CAPITOLO 4- L’IMPERO, LA CHIESA, I COMUNI ITALIANI

PARAGRAFO 1- LO SCONTRO TRA L’IMPERATORE E I COMUNI ITALIANI

Dal XI al XII secolo si assistette a un fiorente sviluppo dei Comuni nel Nord Italia, che portò a significativi benefici, particolarmente in seguito alla riforma religiosa. Questa riforma mirava a combattere la simonia, la compravendita delle cariche ecclesiastiche. Con la fine della lotta per le investiture, sotto Enrico V, si stabilì che il pontefice dovesse nominare i vescovi prima che lo facesse l'imperatore. Alla morte di Enrico V nel 1225, i Comuni del Nord e del Centro Italia furono favoriti, mentre al Sud prevalevano i Normanni. Tuttavia, l'Impero entrò in crisi a causa delle tensioni tra le fazioni guelfe (sostenitrici del papato) e ghibelline (sostenitrici dell'imperatore). Questo periodo fu segnato da conflitti tra Normanni e Papato, oltre che tra i Comuni stessi.

In questo contesto, Roma visse una fase di vita comunale sotto la guida di Arnaldo da Brescia, un monaco che promuoveva l'abbandono delle ricchezze terrene da parte della Chiesa. Fu un attivista molto controverso, il quale fu giustiziato nell'1155 (impiccato e bruciato). La situazione cambiò nel 1152 con l'elezione di Federico I di Hohenstaufen (Barbarossa) come imperatore, il quale scese in Italia nel 1154 e venne incoronato re nel 1155. Convocò una dieta a Roncaglia, dichiarando nulle le regalìe abusive dei Comuni, provocando un forte dissenso. Nel 1155, Papa Adriano IV chiese aiuto a Barbarossa per eliminare Arnaldo da Brescia, il quale affermava che il Potere papale dovesse essere esclusivamente spirituale.

Barbarossa, dopo aver risolto la questione con il papa, nel 1158 tornò a Roncaglia e stabilì che ciò che era gradito all'imperatore avesse valore di legge, rafforzando ulteriormente il suo controllo. I Comuni e la Chiesa si opposero energicamente a queste nuove disposizioni, specialmente dopo la nomina di Alessandro III e il ritorno di un antipapa, Vittore IV. L'opposizione comunale raggiunse il culmine con la distruzione di Milano nel 1162, approvata da Comuni vicini. Per difendersi, i Comuni si coalizzarono nella Lega Lombarda, che ottenne una storica vittoria contro le forze imperiali a Legnano nel 1176. Nel 1183, dopo anni di conflitti, si giunse alla pace di Costanza, riconoscendo l'autonomia dei Comuni sotto l'autorità imperiale.

Prima di morire nel 1190, Barbarossa favorì il matrimonio tra suo figlio Enrico VI e Costanza d'Altavilla, unendo l'Impero e il Regno di Sicilia, un matrimonio che avrebbe potuto garantire una stabilità politica tra i due poteri. Tuttavia, Enrico VI morì nel 1197, e il suo potere si disintegrò, lasciando il trono a suo figlio Federico Ruggero di Svevia.

PARAGRAFO 2- INNOCENZO III E L’OFFENSIVA DEL PAPATO

Con la morte di Enrico VI, Innocenzo III emerse come una figura centrale per il papato, mirante a rafforzare il potere temporale della Chiesa e a controllare l'Impero. Scegliendo come nuovo imperatore Ottone IV, subì una grande delusione dato il crescente potere di Ottone, che scomunicò. Dopo la sconfitta di Ottone nella battaglia di Bouvines, Innocenzo scelse Federico II, re di Sicilia, come suo candidato. Nonostante il grande potere papale, nacquero movimenti religiosi, come il catarismo, oppositori della tradizionale gerarchia ecclesiastica, e i valdesi, che richiedevano una maggiore partecipazione dei laici nella vita religiosa.

Innocenzo III organizzò crociate contro gli eretici, iniziando con gli albigesi nel 1209, in cui la nobiltà francese, unita all'ecclesiastico, si scagliò contro di loro, eliminando quasi del tutto il catarismo. Nel 1215, convocato il Concilio Lateranense, si stabilì la necessità di una nuova crociata contro le eresie.

PARAGRAFO 3- COMBATTERE L'ERESIA: INQUISIZIONE E ORDINI MENDICANTI

Il Concilio Lateranense riportò in vita l'Inquisizione, tesa a reprimere le irregolarità religiose. Nel 1232, papa Gregorio IX istituì tribunali inquisitoriali per perseguire le eresie, con pene che andavano dalla multa alla condanna a morte. Accanto a questa repressione, il papa Onorio III ottimizzò alcune eresie in nuovi ordini religiosi, come i francescani e i domenicani. I francescani, seguiti da Chiara d'Assisi, promuovevano un'idea di povertà e benevolenza verso i bisognosi mentre i domenicani, fondati da Domenico di Guzman, si impegnavano nella predicazione e nel contraddire le tesi ereticali.

PARAGRAFO 4- IL PROGETTO IMPERIALE DI FEDERICO II

Nel 1220, Federico II, già re di Sicilia e Germania, fu incoronato imperatore e si prefisse di rafforzare il suo potere. Scontratosi con papa Gregorio IX, che pretendeva la sua guida nella nuova crociata, Federico rispose con una diplomazia. Mentre scomunicato, organizzò una crociata nel 1228, ma optò per negoziare con il sultano egiziano piuttosto che combattere. Le tensioni tra Federico e il papato continuarono e nel 1231 emanò le Costituzioni di Melfi, assegnando poteri ai funzionari imperiali. La situazione degli umili si aggravò a causa delle nuove tassazioni, e il potere centralizzato di Federico suscitò le antipatie delle élite locali.

PARAGRAFO 5- IL REGNO DI SICILIA E I DOMINI ANGIOINI E ARAGONESE

Nel 1258, Manfredi fu incoronato re di Sicilia, ma il suo potere fu minacciato da papa Clemente IV, che lo scomunicò e passò il regno a Carlo d'Angiò. Manfredi fu ucciso nel 1266, e il suo nipote, Corradino di Svevia, tentò di ripristinare la dinastia, senza successo. Gli Angioini, duri nei confronti dei nobili legati agli Svevi, imposero gravose tasse, portando alla rivolta siciliana con l'aiuto di Pietro III d'Aragona. La rivolta scoppiò nel 1282, nota come il Vespro siciliano, che si oppose ferocemente agli Angioini fino alla pace di Caltabello nel 1302, che stabilì l'assetto ai regni.

PARAGRAFO 6- I COMUNI ITALIANI TRA XII E XIII SECOLO

Tra il XII e il XIII secolo, i Comuni italiani cambiarono a causa del crescente commercio, con nuove organizzazioni sociali che iniziarono a formarsi. Si sviluppavano nuovi poteri locali, e si ricorse all'istituzione del podestà, una figura che amministrava per un tempo limitato. Negli anni finali del XIII secolo, si manifestarono nuovamente le tensioni sociali tra il popolo e l'aristocrazia. Milano, in particolare, fiorì grazie alle sue attività commerciali e produttive, affermandosi come città dominante nella regione lombarda.

CAPITOLO 5- LE MONARCHIE EUROPEE, LA CHIESA, L’IMPERO

PARAGRAFO 1- L’ASCESA DELLA MONARCHIA FRANCESE E LO SCONTRO CON IL PAPATO

Durante il XIII secolo, le monarchie francese, iberiche e inglesi si riorganizzarono. In Francia, Filippo II Augusto riuscì a rafforzare il suo regno ampliando i territori del re, entrare in conflitto con i suoi rivali e vincere battaglie decisive, come quella di Bouvines nel 1214. Il suo successore, Luigi IX, continuò a promuovere il potere della monarchia, affrontando problemi finanziari e mantenendo rapporti tesi con il papato, in particolare con Bonifacio VIII. La questione delle tasse ecclesiastiche portò a un conflitto tra il papa e Filippo IV il Bello, culminato nella convocazione degli Stati Generali nel 1302, in cui fu ribadito che il potere del re proveniva da Dio e non dal papa.

PARAGRAFO 2- LA MONARCHIA INGLESE

Nonostante le tensioni interne, l'Inghilterra mantenne una monarchia centralizzata. Dopo la sconfitta con Filippo II, i baroni ottenevano maggiore riconoscimento e, nel 1215, portarono alla Magna Charta che istituì il Gran Consiglio come consulente del re. Il re Enrico III si trovò a convivere con le tensioni della nobiltà. Suo figlio, Edoardo I, si fece valere conquistando nuove terre e consolidando il potere monarchico. Nel XIII secolo iniziarono ad affermarsi ideologie di partecipazione democratica nel governo del regno.

PARAGRAFO 3- I REGNI IBERICI DOPO LA RECONQUISTA

Nel XIII secolo, la Reconquista da parte dei regni di Castiglia, Aragona, Navarra e Portogallo, si intensificò dopo la vittoria di Las Navas de Tolosa nel 1212. Le conquiste rispettive garantirono il dominio cristiano in gran parte della penisola iberica, mentre le monarchie spagnole si affermarono come le principali potenze regionali.

PARAGRAFO 4- IL PAPATO DI AVIGNONE E IL “GRANDE SCISMA”

Alla morte di Bonifacio VIII, il papa Clemente V spostò la sede papale ad Avignone. Questo periodo venne caratterizzato dal lusso e dalla grande produzione artistica. Dopo che Gregorio XI riportò la sede a Roma, si scatenò il Grande Scisma con l'elezione di due papi: Urbano VI e Clemente VII, che pose l'Europa in una profonda crisi ecclesiastica e politica, durando fino al 1418.

CAPITOLO 9- L’EUROPA DEI GRANDI REGNI

PARAGRAFO 1- LA GUERRA DEI CENT’ANNI

La guerra dei Cent’anni fu un conflitto tra Francia e Inghilterra dal 1337 al 1453. Da essa emerse il desiderio di sovranità sia per gli inglesi che per i francesi. Le motivazioni erano sia dinastiche che economiche, con diverse battaglie chiave ed eventi quali l’ascesa di Giovanna d'Arco, simbolo della resistenza francese. La guerra portò a vasti cambiamenti sia crude nella società che nelle istituzioni dei due paesi.

In conclusione, l'analisi di questo periodo offre un quadro complesso delle relazioni tra i differenti poteri in Europa, tra gli strascichi del feudalesimo e le nuove forme di organizzazione sociale e politica.

L'Impero, la Chiesa e i Comuni Italiani nel Medioevo

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